3 - 21 maggio 2009  Citta' Asburgiche - 2274 km

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Diario di Viaggio

Questo viaggio e' stato progettato con l'aiuto di un paio di guide di Vienna e Budapest e con una guida ai campeggi. Tutte le altre informazioni sono state prese da internet.

Il viaggio e' stato fatto solo da me poiche' Anna ha da tempo dimostrato di non gradire  viaggi troppo lunghi in camper  

 

3 maggio Milano - Vipiteno, 340 km  

Parto nel primo pomeriggio. C'e' il sole e viaggio senza problemi. Prendo l'autostrada per il Brennero e verso le 19 mi trovo alla barriera di Vipiteno. Subito dopo  la barriera seguo le indicazioni per l'autocamp. Con 12 euro mi sistemo in una piazzola fornita di presa elettrica. C'e' anche la possibilita' di carico/scarico ma, essendo appena partito, non ne ho bisogno.

4 maggio Vipiteno - Linz, 375 km  

Entro in Austria di primo mattino, dopo aver comperato la vignette in un chiosco in un'area di servizio subito dopo (o subito prima?) del confine. Supero il Brennero (13,80 euro di pedaggio) e arrivo a Innsbruk. Il parcheggio che avevo individuato su googlearth si rivela impraticabile. Entro in citta' seguendo il traffico e dopo un po' mi trovo sulla Innrain, una via che porta alle autostrade. Ai lati della via ci sono dei parcheggi a pagamento. Lascio il camper  sulla Innrain e mi avvio verso il centro.  Pioviggina e c'e' molta umidita'.

Innsbruk
Trovo una cittadina  pulita ed accogliente, quasi un citta da cartolina. Edifici colorati, chiese, palazzi d'epoca austeri e colorati di giallo. Percorro tutta la Maria Theresien guardando i negozi e gli edifici storici. Arrivo sino alla porta di Maria Teresa poi decido di tornare.  Mi fermo a comperare un paio di panini (ottimi) e poi prendo la strada per Linz. Esco dall'Austria, entro in Germania, percorro una cinquantina di km in autostrada poi entro di nuovo in Austria all'altezza di Salisburgo. Un altro centinaio di km e sono a Linz. Il navigatore mi porta senza problemi sino a campeggio, situato una decina di km a sud est della citta'. Il campeggio (Am Pichlingersee, in Wiener Strasse 937) e' ben tenuto e costa 15 euro al giorno, elettricita' compresa.

5 maggio - Linz 

Alle 8 del mattino sono su di un bus diretto in citta. La mattinata e' fredda ma non piove. Trovo una citta' quasi ferma. Alcuni negozi sono ancora chiusi ed il traffico e' quello delle persone che stanno andando in ufficio. Anche questa e' una citta' colorata. Tutti i palazzi del centro sono stati recentemente restaurati e la piazza principale, la Hauptplatz, piazzata tra Landstrasse (la via principale) ed il Danubio e' formata da edifici seicenteschi e settecenteschi  ed ha centro la colonna della trinita'. Oltre il Danubio si erge il  Rathaus un edificio piuttosto articolato le cui prime strutture risalgono al 1500. Sul fondo della piazza si ergono i campanili verdeazzurri del vecchio duomo 

e nella landstrasse, quasi affiancati,  la Ursulinenkirche (1757),  e la karmelieterkircher (1726), entrambi dipinti di giallo ed entrambi con uno spettacolare interno gotico. Un po' spostato a sinistra si trova il nuovo duomo, un edificio gotico imponente, completato negli anni 20 (quasi cento anni di lavoro) la cui, per ora, unica attrazione sono le vetrate
Linz, il duomo vecchio
colorate. Nel pomeriggio prendo la bici e raggiungo il seminario di San Floriano, situato a circa 4 km dal campeggio. Il tempo necessario per raggiungere il seminario e' enorme (circa un'ora) poiche' non solo non trovo alcun tipo di indicazione ma anche perche' bisogna percorrere alcune stradine di collina formate da una serie quasi continua di salite e discese (in realta' nell'andata le salite sono molto piu' lunghe delle discese). Il seminario e' un complesso imponente, recentemente restaurato e dipinto di giallo. l'nterno della chiesa e' decorato da stucchi affreschi. Quando entro un organista sta facendo delle prove e la visita si rivela nell'insieme piuttosto suggestiva. I cortili del seminario sono in tema con il resto del complesso (una scalinata con li finestroni barocchi, una fontana al centro del cortile principale sulla quale e' piazzata un'aquila con un'ala spezzata (non per vandalismo,ma per una precisa scelta dell'artista) mentre  nei giardini  che circondano il complesso sono sistemate centinaia di tombe, anche molto recenti.
la strada per San Floriano
San Floriano, cortile interno
 

6 maggio  Linz - Vienna - km  201   

Lascio il campeggio abbastanza presto, imposto il navigatore per un viaggio senza autostrada e parto in direzione di Maria Taferl. Dopo qualche minuto mi trovo su di una strada che corre a pochi metri dalla sponda sud del Danubio. Il fiume e' imponente e sulle sue acque viaggiano battelli enormi, bassi ma incredibilmente lunghi. Manca il sole ed il panorama del fiume e delle colline circostanti e' sfumato da una leggerissima pioggerella.

Maria Taferl, il pulpito
Melk, l'abbazia
Me la prendo con molta calma e verso le 10  sono a Maria Taferl, il santuario di Maria Addolorata. Quando arrivo la chiesa e' gremita ed un prete sta celebrando una messa. Mi siedo in un angolo e ammiro  gli affreschi del soffitto, il pulpito dorato e l'altare ricchissimo. In questa zona dell'Austria il barocco ha duramente colpito e le chiese sono una piu' sfarzosa dell'altra. Dopo la messa una guida illustra (purtroppo in tedesco) le ricchezze del santuario e al termine accompagna tutti a visitare la stanza con gli ex voto che, anche qui, sono semplici ed ingenui come molti degli ex voto visti nei santuari Italiani. Mi rimetto in marcia verso Vienna e dopo pochi minuti sono a Melk. L'abbazia si mostra in tutta la sua imponenza gia qualche chilometro prima di arrivare  in citta. Parcheggio il camper ad un migliaio di 
metri dall'abbazia e salgo a piedi (il complesso sorge su di uno spuntone di roccia a picco sul Danubio). Se non ho capito male e' in questa abbazia che e' stato ambientato qualche brano del romanzo "il nome della rosa" di Umbero Eco. Gli interni, i cortili, e le scale a chiocciola sembrano scenari ideali per il dramma sviluppato dal romanzo. Al di la
Melk
Melk
dei meriti "letterari" l'abbazia e' un vero gioiello. Ormai non ho piu' parole per descrivere la ricchezza della chiesa, della sala marmorea, della biblioteca e della loggia che sorge all'ingresso della cappella. Lascio Melk e raggiungo lentamente Vienna. Il navigatore mi porta senza problemi sino all'ingresso del campeggio  (Camping Wien West,  Hattelbergstrasse 80, Wien: 18,5 euro al giorno, compresa elettricita'). 

7 maggio Vienna

Compro la Vienna card (18,50 euro alla reception del campeggio) e mi assicuro la disponibilita' dei mezzi pubblici per le successive 72 ore, nonche'

Melk, la sala di marmo
alcuni sconti nei musei e in alcuni ristoranti. Prendo l'autobus 152 (a 50 metri del campeggio) e dopo quattro fermate sono al capolinea della metropolitana numero 4. dal campeggio al centro della citta occorrono circa 30 minuti con i mezzi. Verso le 9 sbarco in Herrengasse e con 8,50 euro entro nel castello (o meglio nel palazzo) di Hofburg, abitazione dell'imperatore Francesco Giuseppe e della consorte Elisabetta (Sissi per gli amici). Compreso nel prezzo mi viene fornita una interessante ed esaustiva audioguida. Visito la mostra delle stoviglie imperiali (piatti, posate, bicchieri, e porcellane usate a 
corte), poi una mostra dedicata all'imperatrice, morta nel 1879 per mano di un anarchico ed infine gli appartamenti imperiali. La visita e' interessante ma cio' che vedo, pur sfarzoso, assomiglia a quanto gia' visto a San Pietroburgo. Verso mezzogiorno raggiungo, faticosamente, per problemi di orientamento, hoher markt ed assisto alla cerimonia di mezzogiorno proposta dall'orologio dell'anker. Qualche secondo dopo le 12 l'orologio si anima e, nel giro di pochi minuti ed al suono di una marcetta, scorrono tutte le figure che normalmente scorrono nelle 12 ore. Raggiungo poi la cattedrale di Santo Stefano, una chiesa gotica risalente al 1440 e sia l'interno che l'esterno richiamano in qualche modo, le atmosfere e gli spazi  presenti nel duomo di Milano
Vienna, orologio dell?anker  
(costruito pero' 400 anni dopo). Con quattro euro e cinquanta un ascensore mi porta sul campanile del duomo dal quale ammiro il panorama della citta. Vado poi a vedere il palazzo della secessione, un palazzo  jugenstill costruito agli inizi del 1900 e poi riprendo la metropolitana, non senza pero' aver attraversato il Naschmarkt, un bazaar che in alcuni punti ricorda atmosfere orientaleggianti.  

8 maggio Vienna  

Giornata di sole. Tolgo la felpa e prendo un golfino di cotone.   Alle 9 sono davanti all'ingresso del palazzo di  (metropolitana: U4, fermata di Schonbrunn). Shonbrunn doveva essere la copia della reggia di Versailles ma poi l'edificio principale fu costruito piu' piccolo, causa mancanza

di fondi. La visita e' divisa in piccole parti, ognuna delle quali prevede un biglietto separato o un biglietto cumulativo per piu' visite. Scelgo una visita denominata "gran tour", che comprende esclusivamente la visita del palazzo, senza i giardini e la gloriette (un edificio neoclassico costruito in fondo ai giardini). Gli appartamenti imperiali riportano atmosfere gia' viste ieri. Unica piacevole eccezione la visita delle camere abitate da Maria Teresa d'Austria, nonna (o bisnonna?) di Francesco Giuseppe. In questi appartamenti lo stile e' diverso: tutto sembra meno raffinato e soprattutto meno sfarzoso. Grandi quadri, specchi, mobili essenziali e decorazioni dorate alle  pareti. Una piccola curiosita',
Vienna, Schonbrunn  
Vienna, Schonbrunn
come gia' ieri anche oggi ho visto parecchie stanze arredate o comunque ornate con motivi orientaleggianti. Evidentemente alla fine del 700 ed agli inizi dell'ottocento le porcellane, le tappezzerie e le decorazioni provenienti dall'oriente erano di gran moda o comunque affascinavano i potenti. Mi reco poi in karlplatz (piazza Carlo) per visitare la chiesa di San Carlo (dedicata a San Carlo Borromeo). La costruzione fu commissionata dall'imperatore Carlo VI per adempiere un voto fatto per porre fine ad un'epidemia di peste. Il nome della chiesa risale al patrono dell'imperatore e membro della famiglia degli Asburgo: il santo Carlo Borromeo. La chiesa non e' molto grande ma ha una cupola enorme e molto alta. Gli interni sono come la solito ricchissimi (anche a  Vienna il barocco ha avuto successo)
La basilica di San Carlo -  interno
La basilica di San Carlo - interno
 ma qui' la particolarita' e' la cupola. E' tutta affrescata e grazie ad un ascensore  e ad una serie di scalini, si puo' salire sino in cima ed ammirare da vicino tutti gli affreschi. Nel pomeriggio ho in programma la visita al Belvedere (il palazzo fatto costruire da Eugenio di Savoia), prendo
vienna, il belvedere superiore
 l'autobus, poi la metro e quando arrivo in centro mi accorgo di aver lasciato il portafoglio in camper. Torno indietro a prendere il portafoglio ma ormai si e' fatto tardi. Salto quindi la visita al Belvedere e mi reco al Prater, il parco dei divertimenti. Molte attrazioni sono simili a quelle che possiamo vedere anche in Italia nelle feste di paese. Pero' oltre alla famosa ruota ci sono anche alcune attrazioni nuovissime, tali da lasciare senza fiato. Si basano tutte sul medesimo concetto: prendere una persona  e lanciarla nel vuoto, magari facendola piroettare su se stessa. Schiere di ragazzotti si contendono un posto su queste attrazioni anche se io, onestamente, le guardo volentieri ma non ne sono affatto attirato.    

9 maggio Vienna - Bratislava    

Mi sveglio abbastanza presto, e alle 9 sono al Belvedere, la visita saltata ieri. Il palazzo non e' grande  (di fatto non e' una reggia) ma e' lussuoso. L'esterno e' adornato da statue ed il giardino, tenuto benissimo propone quattro fontane, e diversi gruppi marmorei. Il palazzo ospita una mostra permanete di klimt. E' pero' ancora chiuso (sono arrivato troppo presto!)  per cui lascio perdere la mostra e mi avvio a piedi verso il ring, le strade costruite  sul tracciato delle antiche mura della citta'. Mi fermo al cafe' swarzenberg, una pretenziosa caffetteria dove, in cambio di poco piu' di 5 euro mi danno un  ignobile cappuccino (caffe' lungo, latte scremato e un po' di

Vienna, Kapuzinenkirche
panna montata) ed una discreta brioche. Percorro poi la kartnerstrasse, piena di negozi eleganti e mi ritrovo in Neuer Markt. Ammiro la fontana di Donner (chiamata anche Providentia Brunnen) un gruppo bronzeo costruito nel 1700. Giro la testa e vedo la chiesa dei cappuccini ove sono custodite le salme degli imperatori asburgici. Non ho voglia di vedere un mausoleo per cui mi limito a guardare l'interno della chiesa, semplice ed elegante: nessun affresco, pareti bianche ed un altare in legno (o in marmo) pittosto bello da vedere. Sono ormai quasi le 11 e non ho piu' nulla di importante da vedere. Prendo la metro e sono al campeggio per le 11,30. Preparo il 
camper per la partenza e in meno di mezz'ora sono in viaggio, diretto a Bratislava.  Lascio quasi subito l'autostrada e prendo una statale che corre in mezzo alle campagne. A circa 40 km da Bratislava mi fermo per  pranzare poi riprendo il viaggio e verso le  14,30 sono all'ingresso del campeggio (Zlate Piesky, in Seneck cesta 2, 13,5 euro per notte, compresa elettricita'). Anche questa volta il navigatore a fatto il suo dovere e mi ha portato a destinazione senza alcun problema. Sistemo il camper, faccio un po' di spesa nel vicino supermercato ed in serata raggiungo il centro della citta'. Il campeggio sorge ad un centinaio di metri dalla fermata del tram numero 4 che in poco piu' di 20 minuti mi porta in centro. I biglietti sono forniti da un distributore automatico.  Arrivo in centro e per prima cosa mi preoccupo di trovare la stazione di ritorno e controllare
Bratislava, la piazza principale
Bratislava: arredo urbano
l'orario di partenza dell'ultima corsa. Sono fortunato: l'ultima corsa  parte alle 22:30 per cui posso prendermela comoda. Il centro della citta' e' piccolo e pedonalizzato. Non esistono edifici particolarmente sfarzosi: solo qualche chiesa dall'aspetto abbastanza sobrio e una curiosa torre campanaria che si erge alla fine della via principale. Le viuzze del centro sono disseminate di tavoli di ristoranti, pub, pizzerie e caffe', gli edifici non sono molto alti ed i negozi hanno vetrine  vivaci. La passeggiata e' piacevole: sono ormai oltre le 19 e le strade si stanno gradatamente riempiendo (e' sabato sera!). Trovo un ristorante che offre un menu' a base di asparagi. Sono attirato e mi siedo: zuppa di asparagi (ottima) e un secondo piatto composto da asparagi avvolti in una bistecca di maiale cotta alla piastra e ricoperta da formaggio fuso. 
Il piatto non e' eccezionale ma e' comunque insolito (il tutto, compresa una birra grande, costa 21 euro). Dopo cena passeggio ancora un po' per il centro e non posso fare a meno di notare alcune strane sculture che raffigurano personaggi nelle pose piu' strane: c'e un fotografo che nascosto dietro un angolo scatta una fotografia con un teleobbiettivo, un operaio che sbuca da un tombino ed occhieggia sornione le gonne delle signore di passaggio, un tizio vestito da generale napoleonico raffigurato con uno sguardo assorto ed altri ancora.

10 maggio Bratislava

Bratislava: arredo urbano
Bratislava: minicrociera sul Danubio
 Mi sveglio abbastanza presto e poco dopo le 9:30 sono davanti all'ufficio di una linea di navigazione. Alle 10 parte una minicrociera sul Danubio che porta sino al castello di Devin, una antica roccaforte una decina di km ad ovest del molo di imbarco. La roccaforte e' stata costruita su di uno spuntone di roccia, alla confluenza del fiume Morava con il Danubio. L'andata dura circa 90 minuti (si viaggia contro corrente) mentre il ritorno dura solo 30 minuti. I biglietto costa  5,5 euro. Mi imbarco, mi sistemo in una posizione panoramica e mi godo  la gita. Lungo il percorso osservo i gabbiani che svolazzano sull'acqua, qualche anatra e un gruppo di cormorani. Arrivati Devin salgo fino alla rocca (3 euro) ormai quasi completamente distrutta (resta solo qualche torrione smozzicato ed una parte del muro perimetrale), 
passeggio un po' lungo le antiche strade e ridiscendo al battello. Alle 12:30 parte la corsa di ritorno. Sbarco a Bratislava alle 13 in punto. Sono indeciso se visitare di nuovo la citta' oppure se tornare subito al campeggio. Decido di visitare la citta', o meglio il centro, che e' piccolissimo: in poco meno di un'ora lo giro completamente. Verso le 14:30 prendo il tram ed alle 15 sono al campeggio. 

11 maggio  Bratislava - Komarom (Ungheria)  - 100 km

Parto con calma, evito le autostrade e percorro un centinaio di km di strade statali e provinciali. Il traffico e' molto scarso, la temperatura e' mite e si viaggia bene. Passo per Samorin, Dunajsca Streda e verso le

Il castelo di Devin
Komarom: piazza europa
 11 sono a Komarom, il paese slovacco sul Danubio che sorge di fronte a Komarno, che pero' si trova in Ungheria. Attraverso il ponte e sono in Ungheria. Il navigatore trova facilmente il campeggio (juno, Bem jozsef 5). Con pochi spiccioli aggiungo, al costo del campeggio, anche l'accesso alla piscina termale, che sorge all'interno del campeggio (in tutto 16 euro per notte). Sistemo il camper e vado subito in piscina. L'acqua e' sulfurea ed ha una temperatura di 37 o 38 gradi. Appena entrati si ha una sensazione di calore, ma ci si abitua subito. Si sta benissimo e quasi mi addormento. Il parterre e' formato da coppie di anziani, prevalentemente tedeschi. Dopo un'oretta esco dalla vasca, faccio la doccia per togliere l'odore di zolfo (in realta' l'odore di zolfo mi accompagnera' poi per tutto il pomeriggio)  e torno al camper. Nel pomeriggio prendo la bici, riattraverso il ponte ed entro di nuovo in Slovacchia. Visito il centro
centro di Komarno, antico paese di frontiera. Il paese non offre molto: un cippo barocco risalente al 1700 ed una chiesa non particolarmente bella. Unica eccezione la piazza europa: una piazza nuovissima che sorge nell'isola pedonale in centro al paese nella quale sono presenti edifici che richiamano lo stile di vari paesi europei. Non si tratta di monumenti antichi e nemmeno di opere d'arte, ma nell'insieme creano un'atmosfera piacevole e rilassante. Verso sera riprendo la bici e attraverso di nuovo il ponte. Mi fermo ad un ufficio cambio per rifornirmi di fiorini ungheresi  (1 euro = 270 fiorini) e ad un distributore di benzina per comperare la vignette ungherese (poco piu' di nove euro per una settimana).  

12 maggio Kmarom - Budapest  -  92 km 

Komarom: piazza europa
Budapest card
La mattinata e' bella e mi metto in viaggio. C'e' poco traffico ed in poco tempo sono a Budapest. Anche questa volta il navigatore mi fa attraversare la citta' e mi porta al campeggio senza nessun problema. Sembra quasi un miracolo. Il campeggio e' abbastanza in centro (camping Haller, Haller utca 27, Budapest  (si entra da via obester)) ed e' vicino ad una fermata della metropolitana 3. Costa 4400 fiorini al giorno (circa 16 euro) e nel prezzo e' compresa non solo l'elettricita' ma anche l'accesso wifi ad internet. Dopo pranzo raggiungo la stazione della metropolitana faccio l'abbonamento per tre giorni (3700 fiorini) e parto alla scoperta di Budapest. La prima tappa e' la stazione ferroviaria di  Nyugati. Si tratta di un'antica stazione ferroviaria costruita nel 1846 e riedificata 
dall'impresa Eiffel nel 1874. Il palazzotto di destra e' stato adibito a fast food e l'insieme e' piuttosto suggestivo: panini alla piastra e coca cola sotto volte ottocentesche e lampadari stile liberty. Raggiungo poi la piazza del parlamento ed ammiro l'imponente edificio neogotico. Sull'altro lato della piazza  si erge l'altrettanto imponente edificio classico del museo etnografico mentre in una via laterale, nelle vicinanze del museo, si trova il palazzo, stile art nouveau, della cassa di risparmio postale, risalente ai primi del 1900.

13 maggio Budapest 

il tempo e' coperto ma spero che migliori per cui esco  in sandali e pantaloni corti. Torno in centro e continuo la vista di 

Budapest, la stazione di Nyugati
Budapest, il palazzo del parlamento
Pest, inziata ieri pomeriggio. La prima tappa e' la Basilica di Santo Stefano, costruita nel 1900, in stile neorascimentale, la chiesa e' molto grande e l'nterno e' decorato con marmi provenienti da tutte le parti di Ungheria. Visito poi il piccolissimo museo della metropolitana, nella stazione di deak ter. Budapest e' stata la prima citta' europea ad avere una linea metropolitana (1896 se non sbaglio) e nel museo sono conservate alcune carrozze originali. Interessanti, oltre alle carrozze, alcune fotografie d'epoca tra le quali si possono vedere le immagini della centrale elettrica che produceva l'energia necessaria per far camminare i convogli ed illuminare le stazioni. Uscito dal museo cerco e trovo (con parecchia fatica) la minuscola chiesa ortodossa ungherese ove, sembra ci sia una spettacolare iconostasi. In realta' l'iconostasi, pur interessante, non e' paragonabile a quelle viste  nelle 
chiese ortodosse russe. Completo la visita di Pest passando davanti alla chiesa parrocchiale di centrocitta', il piu' antico edificio  di Pest, oggi, per la verita' piuttosto malconcio. La chiesa e' chiusa per cui non riesco a visitare l'interno. Nel pomeriggio prendo la metropolitana e vado a Buda, dall'altra parte del Danubio. Mentre Pest e' una citta' di pianura, con strade ampie e facilmente percorribili, Buda e' una citta' di collina, con strade non troppo ampie e sempre in salita. Sbarco davanti alla chiesa  di sant'Anna  situata sul Vizivaros, una striscia di terra ai piedi della collina del castello. La chiesa fu costruita nel 1762 e l'esterno e' interessante. L'interno invece non e' visitabile poiche', tanto per cambiare, la trovo chiusa. Cerco poi di raggiungere, senza pero' riuscirci, la torre di Maria Maddalena. Trovo invece il bastione dei pescatori, un luogo storico dal quale si puo' ammirare 
Buda, uno scorcio
Buda, il bastione dei pescatori
tutto il panorama di Pest. Sulle gradinate del bastione alcuni artisti espongono i loro acquarelli con differenti viste della citta. Per 15 euro ne acquisto uno che raffigura il palazzo del parlamento e una torretta del bastione. Vicino al bastione c'e' la chiesa di Mattia costruita nel 1259 ma rivista nel 1890. E' la chiesa piu' importante della citta'. L'esterno e' riccamente decorato e l'interno, abbastanza mistico, presenta quadri, affreschi, marmi, stucchi e dorature spettacolari. L'ingresso in chiesa mi riserva una piccola sorpresa: il biglietto normale e' di 700 fiorini. Chiedo un biglietto normale ma la cassiera mi guarda e me ne da uno ridotto, per pensionati. E' la prima volta che mi succede e ne resto sorpreso (una sorpresa dal sapore un po' amaro).  All'esterno della chiesa trovo la statua equestre di Santo Stefano, primo re di Ungheria. Verso le 17 torno a Pest e mi imbarco su di un battello 
per una minicrociera di un'ora. Nel prezzo della crociera sono compresi un drink, un aperitivo ed un'audioguida. L'audioguida e' abbastanza interessante nella parte relativa alla descrizione degli edifici e della loro storia, assolutamente melensa nella parte che riguarda l'unione di Buda, rappresentata da una voce maschile, e quella di Pest, rappresentata da una voce femminile.

14 maggio Budapest 

Mattinata piovosa. Devo rimandare il completamento della visita di Buda e opto per la visita al mercato coperto, costruito agli inizi del 1990 e recentemente ristrutturato. La visita al mercato e' come

Budapest, il castello
Budapest, il mercato coperto
sempre, interessante. La prima considerazione che faccio e' che gli ungheresi sono dei formidabili divoratori di pollame e di salumi. Pochi i banchi che vendono carne di maiale o di manzo (entrambe spesso messe in vendita gia' affumicate) e innumerevoli invece i banchi che vendono pollame in pezzi: montagne di ali, cosce, petti e frattaglie di pollo e altrettanto numerosi i banchi che vendono salumi, spezie e pate' di fegato d'oca(sembra che il pate' di fegato d'oca sia una specialita? ungherese),  Tutti i salumi hanno prezzi accessibili, tranne il salame 'turista' prodotto dalla Pick. Penso che sia il migliore  e pertanto  spendo una piccola fortuna per un abbondante rifornimento. Prima di lasciare il mercato mi lascio tentare dai prodotti esposti da innumerevoli banchetti di gastronomia (o meglio ristorantini) e, con poco piu' di tre euro, porto a casa una porzione di
goulash di maiale con patate. Nel pomeriggio non piove piu', anche se il cielo e' coperto e la temperatura non supera i 13 gradi. Prendo i mezzi e mi reco a visitare la stazione ferroviaria di keleti, costruita nel 1884 e quella di Deli, molto piu' recente. La stazione di Deli si trova a Buda per cui, visto che non piove, raggiungo a piedi il castello (tutta salita). Si tratta di un edificio enorme (un fronte di oltre trecento metri) piu' volte rifatto nel tempo ed ora sede di svariati musei. Visto da vicino il castello non sembra molto interessante unica nota degna di menzione e' la cupola ed una enorme aquila in bronzo, situata su di un pidestallo dall'alto del quale domina tutta la citta' di Pest.  Si e' fatto tardi per cui scendo a piedi e, cambiando quattro mezzi, attraverso il Danubio e raggiungo il campeggio.
budapest, stazione di keleti
Pest, la vagi utca, la via pedonale
15 maggio Budapest 

Oggi il tempo sembra migliorato ma al mattino fa piuttosto freddo per cui per cui esco con la felpa. Prendo la metropolitana numero 1, costruita piu' di un secolo fa. Le galleria sono basse e strette, scavate appena sotto il manto stradale, le stazioni sono piccole e ricoperte di piastrelle bianche e marroni. L'arredamento e' in legno chiaro e nell'insieme ricorda ambienti di inizio secolo. La metropolitana mi porta sino alla piazza degli eroi, ove sorge il monumento del millennio: una vasta piazza sulla quale sorge uno scenografico emiciclo composto da statue e colonne. In alto sull'emiciclo, partendo da sinistra le allegorie del lavoro, del benessere, della guerra e della pace, dell'onore 

e della gloria. Sotto, tra le colonne, i monumenti ai vari re ed eroi nazionali che si sono succeduti negli ultimi mille anni. Dietro la piazza si apre un vasto parco all'interno del quale si trova un castello ed il museo delle belle arti. Il castello e' composto da diversi edifici, non molto grandi che ricordano l'aspetto esteriore di alcuni castelli e palazzi reali e quindi statue, decorazioni, torri merlate e non, ed una chiesa. Sarebbe tutto molto bello se le dimensioni insolitamente piccole del complesso non facessero trasparire la loro recente costruzione. Nel frattempo e' uscito il sole e la temperatura e' cambiata. L'abbigliamento diventa insopportabile per cui nel giro di una ventina di minuti sono di nuovo in camper. Indosso i pantaloni leggeri, una maglietta ed esco di nuovo. Questa volta prendo il tram e mi dirigo in centro. Ho praticamente finito la visita della citta' ed ora voglio assaporarne il clima (non metereolgico, ovviamente). Prendo la vaci utca, una via pedonale sulla quale si affacciano birrerie, ristoranti e negozi per turisti. La via e' affollata e sento parlare diverse lingue, italiano compreso. Sbircio la merce  esposta nei negozi ma non ne sono interessato. Guardo i menu' dei ristoranti 
Pest, la chiesa di Santo Stefano
e  vedo che sono scritti quasi tutti in inglese e, spesso, anche in italiano. I prezzi sono onesti ma comunque non mi interessano. Oggi vorrei assaggiare un piatto ungherese e questi ristoranti oltre ai piatti che autodefiniscono "ungheresi", offrono anche pizza, lasagne e panini imbottiti per cui nutro qualche perplessita' nei loro confronti. Poco dopo mezzogiorno sono di nuovo al mercato coperto. Salgo al primo piano dove trovo tutta un serie di ristorantini tipo take away. Oltre al goulash, gia' assaggiato ieri sera (squisito) vedo montagne di salsicce cotte e parecchi piatti di verdure e carni stufate. Opto per un piatto a base di involtini di riso e carne avvolti in una foglia di cavolo, immersi in un contorno a base di verdure (sembrano verze) stufate. Il tutto accompgnato da un bicchiere di birra e da una frittella ricoperta di marmellata e zucchero. Neanche a dirlo il pranzo,  costato poco meno di 5 euro, si rivela ottimo. Dopo pranzo riprendo i mezzi e con calma torno al camper.  Passo il pomeriggio in tranquillita'.

16 maggio Budapest - Siofok (Lago balaton) - km 122

 

siofok, il campeggio
la mattinata e' limpida, c'e' il sole e una leggera brezza. Lascio il campeggio, ove pur essendo stato fermo quattronotti ne ho pagate solo tre (offerta speciale) per un totale di 46 euro. Prendo l'autostrada e in poco piu' di un'ora sono a Siofok, la principale citta' sul lago Balaton. Il campeggio Aranypart (Siofok-Szabadifordő, Szent Laszlo utca. 183-185) e' enorme ed e' quasi deserto (credo che abbiano aperto solo da pochi giorni). Si trova a circa 5 km dal centro della citta' per cui appena arrivato prendo la bici e faticosamente (per via della bici ormai vecchia e quasi inservibile) arrivo in centro. In centro non c'e' nulla. E' in corso una maratona per cui ci sono molte persone e qualche banchetto che vende paccottiglia ma,  a parte questo, il centro appare desolatamente privo di case d'epoca e chiese da visitare. Sono tutte case nuove o perlomeno recenti. In centro sono soprattutto palazzi 
squadrati ed in periferia villette o, meglio, casette. Il tutto ricorda un centro balneare dell'adriatico, composto solo da alberghi, pensioni, alloggi per le vacanze, ristoranti, bar e sale gioco. Vedo una bancarella che vende i langos, delle frittelle salate, grosse come pizze, che vengono servite condite con panna acida, formaggio e paprica. Ormai e' quasi mezzogiorno e non me la sento di fare cinque km con lo stomaco vuoto. Ne prendo una e me la ricordero' per qualche ora. Finito il pranzo scorgo una barca d'epoca (risale agli anni 30) che per pochi spiccioli propone un giro di un'ora sul lago. Decido di partecipare al giro delle 16 per cui torno al campeggio, prendo la telecamera e torno di nuovo in centro. Alla cassa per il biglietto del battello la cassiera mi guarda e mi fa un biglietto ridotto per pensionati. E' la seconda volta che mi capita: o dimostro molti piu' anni di quanti effettivamente ne ho oppure qui' in  Ungheria il concetto di "pensionato" e' piuttosto elastico
la barca per la crociera sul Balaton
per cui basta qualche capello bianco per essere classificato come un vecchietto.  Comunque non mi lamento. Mi imbarco sotto il sole e faccio una piacevole escursione sul lago. Al termine mi soffermo ad ascoltare una band che suona musica rock poi, verso le 18, prendo la bici e torno al campeggio. Credo che Siofok non meriti piu' di una mezza giornata per cui domani parto per Zagabria.  

17 maggio Sofiok - Zagabria - 302 km 

Giornata di trasferimento. C'e' il sole gia' al mattino e la giornata si preannuncia calda. Prendo l'autostrada ed 

Zagabria, il biglietto del tram
arrivo alla frontiera abbastanza presto. Con mia grande sorpresa le guardie doganali di entrambi i paesi (Ungheria e Croazia) controllano i documenti e salgono  a bordo per verificare l'interno del mezzo. Questo trattamento e' riservato non solo  a me ma a tutti coloro che si accingono a passare la frontiera. Evidentemente pur se entrambi paesi che fanno parte dell'unione, il concetto di europa qui' e' un optional. Prima di passare la frontiera mi approvvigiono di kuna, la 
moneta croata. Vado ad un box di cambio situato al limite del confine ma in territorio ungherese e chiedo di cambiare 50 euro. La cassiera prima mi cambia gli euro in fiorini ungheresi e poi mi cambia i fiorini in kuna. Il risultato e' che mi vengono applicate due volte le commissioni di cambio per cui queste poche kune mi costano parecchio (un cambio di 1:6,8 al posto di 1:7,2). Sembra che oggi sia una giornata storta.  Ad ogni modo proseguo il viaggio e quando arrivo al casello di Zagabria mi vengono chieste 56 kuna (poco piu' di 8 euro) per un percorso autostradale in territorio croato di non piu' di 70 km. Quando finalmente arrivo  nei pressi del campeggio interpreto male le indicazioni del navigatore per cui imbocco l'autostrada per Spalato e mi tocca proseguire per 21 km prima di arrivare alla prima uscita, pagare il pedaggio e quindi rientrare (da qui' il chilometraggio eccessivo  
esposto nel titolo). Una volta imboccata la giusta uscita il navigatore mi porta dove gli avevo chiesto ma quando arrivo non trovo traccia del campeggio. Mi trovo infatti in una stradina di periferia, con poche case basse, qualche baracca e strade non asfaltate. Sono perplesso poi guardando meglio vedo le insegne di un autogrill e sento il rumore di un'autostrada. Ricordo qualche avvertimento sulle modalita' di accesso al campeggio. Sfoglio tra gli appunti e leggo che l'unico modo per accedere al campeggio e' quello di giungere da nord, dall'autostrada che arriva da Maribor. Il campeggio (Autocamp Plictvice, Lucko bb,10250 Zagreb) infatti e' una dependance del motel Plictvice situato nell'area di servizio Plitvice sull'autostrada che arriva da Lubiana.  Il navigatore ha fatto il suo dovere e mi ha portato all'indirizzo citato sulla guida, peccato che l'unico accesso da questa parte della strada sia un accesso pedonale. Spengo quindi il navigatore e con un po' di manovre, imbocco di nuovo l'autostrada, vado verso Lubiana/Maribor, al primo casello esco poi rientro in direzione opposta e sono finalmente dalla parte giusta per entrare nel campeggio con il camper. Sistemo il mezzo e mi accingo ad andare in citta'. Vado alla reception per avere informazioni sui mezzi di trasporto pubblici e mi dicono che oggi e' domenica e l'unico autobus che porta in citta', che peraltro ha pochissime corse giornaliere, oggi non funziona. Ottimo, questo e' il degno coronamento di una giornata iniziata male. 
Zagabria, Il duomo
Zagabria, il mercato dei fiori
18 maggio  Zagabria 

Giornata di sole. Mi metto leggero e prendo l'autobus per la citta'. Il capolinea e' fuori dall'area di servizio, nella zona in cui ieri ero arrivato con il camper. Per raggiungerlo devo percorrere tutta l'area sino alla rampa di uscita e, poco prima di entrare in autostrada sulla destra c'e' un sentierino pedonale che porta ad un cancello che si apre su di una stradina che a sua volta porta al capolinea dell'autobus. Il biglietto si puo' fare sull'autobus (10 kune) e vale per 90 minuti. L'autobus porta in Savski Most, un capolinea di parecchie linee di tram di autobus. Prendo il tram numero 4 ed in pochi minuti sono in centro. Scendo alla fermata del giardino botanico (botanikci vrt) ed inizio il giro della citta' seguendo il percorso suggerito da una piantina turistica ricevuta ieri alla reception. Si tratta di un giro di 90 minuti  sul quale si 

puo' innestare un successivo giro di 60 minuti nella citta' vecchia. il giro e' interessante, viali alberati e puliti, edifici di  inizio secolo e monumenti. Una volta giunto nella affollata piazza principale (tgr bana jelacica) abbandono momentaneamente l'itinerario suggerito dalla guida e mi dirigo verso un coloratissimo mercato di fiori cui fa seguito un mercato di altrettanto colorati prodotti agricoli. Tutto pulito ed ordinato. Se non fosse
Zagabria, la chiesa di San Marco
per il traffico disordinato e rumorose, che ci ricorda che siamo in una citta' balcanica, sembrerebbe il mercato di una qualche cittadina svizzera. Visito poi la cattedrale dell'assunzione della Beata Vergine Maria: si affaccia sulla piazza Kaptol, e' l'edificio religioso piu' importante della citta'; fu costruito sopra i resti di una cattedrale romanica, distrutta dai Tartari nel XIII secolo; la cattedrale originaria, fu costruita in stile gotico, ma non ne rimane traccia. Alla fine del XIX secolo fu distrutta da un terremoto e fu ricostruita in stile neogotico agli inizi del XX secolo. Dopo la  visita alla cattedrale riprendo il giro ad arrivo alla porta di pietra: una volta era la porta di accesso alla cittama  oggi e' una specie  di santuario con un dipinto della Madonna col Bambino Bambino. Si narra che il dipinto rimase intatto dopo un incendio che distrusse l'intera porta, cosicche' gli si attribuirono dei poteri miracolosi e divenne luogo di 
preghiera. Le pareti interne della porta sono tappezzate da ex voto. Sempre seguendo il percorso turistico arrivo alla  chiesa di San Marco: risalente al XIII secolo, questa chiesa fu consacrata per la fiera di San Marco; e' caratterizzata da un portale gotico, composto da 15 figure, e da una torre campanaria; ma la cosa piu' singolare e' il tetto, con le tegole disposte a formare lo stemma di Croazia, Slovenia, Dalmazia e Zagabria. Raggiungo poi un belvedere dal quale si possono ammirare i tetti della citta' (la chiesa di San Marco e' in cima  ad una collinetta che si eleva per qualche decina di metri sulla citta'). Ormai e' passato mezzo giorno e  mi metto alla ricerca di un posto ove mangiare qualcosa. Con mia grande sorpresa non trovo ne ristoranti , ne trattorie ne' fast food. Tutta l'area pedonale della citta' e' piena di caffe' e pub con i tavolini sulla strada. E tutti i tavolini sono affollati da persone che bevono qualcosa, alcuni bevono birra, altri  delle aranciate o comunque dei drink  ed altri ancora sorseggiano un cappuccino. Sono ormai quasi le 13 e nessuno mangia. Credo di essermi perso qualcosa poiche' non avevo mai ne' letto ne' sentito che in Croazia il pasto di mezzogiorno fosse stato soppiantato da un drink. Dopo qualche ricerca mi metto il cuore in pace e mi accontento di una brioche farcita di marmellata  accompagnata da un cappuccino. Dopo colazione raggiungo, a piedi Savski Most ed alle 15,30 sono di nuovo in camper.

19 maggio  Zagabria - Lubiana - 148 km 

Giornata di sole. Parto come sempre con calma e nel giro di una ventina di minuti sono alla frontiera con la Slovenia. Si ripete il teatrino di guardie doganali gia' sperimentato all'atto dell'ingresso in Croazia.

Lubiana, la chiesa di San Francesco
L'unica differenza e' l'invito (o l'intimazione) di una guardia doganale slovena a munirmi subito della "vignette" slovena. Al box di cambio trasformo in euro le poche kune che mi erano rimaste ed acquisto la vignette. Si e' trattato di un vero salasso: 35 euro per percorrere non piu' di 200 km in territorio sloveno. Pazienza. Quando si viaggia bisogna mettere in conto anche la cupidigia degli abitanti (e dei governi) dei paesi che si visitano.  Anche questa volta si ripete il miracolo di San Navigatore ed arrivo al campeggio (Lubiana Resort camping, Dunajska Cesta 270 Jezica 1000 Ljubljana) senza alcun problema. Passo il pomeriggio in camper a riposarmi e verso le 20  prendo l'autobus per il centro. Il sistema di pagamento dell'autobus e' assolutamente razionale: o si ha l'abbonamento oppure si depone un euro in un'apposita cassetta posta accanto all'autista. Non ci sono biglietti, percorrenze o validita' orarie: si  depone un euro e si
Lubiana, il lungofiume
viaggia. Innanzi tutto devo dire che Lubiana e' una bella citta': il centro sorge in riva al fiume Liublanica, nel punto in cui compie una curva per aggirare la collina sulla quale sorge il castello. Il fiume non e' molto largo (non piu' di una ventina di metri) ed e' attraversato da molti ponti. Il centro e' tutto pedonale  e la zona intorno al fiume ricorda, per via dell'acqua, dei ponti e dei palazzi, un'atmosfera veneziana. Le strade sulle
Lubiana, il lungofiume
 due rive sono ingombre di tavolini di  bar, caffe', ristoranti e gelaterie e di sera la zona e' molto frequentata. Mi siedo ad un tavolino all'aperto, prendo una birra ed osservo la gente che passeggia. Sono tutti giovani (Lubiana e' sede 
Lubiana, il ponte dei draghi
universitaria e sembra che il 20% dei suoi abitanti sia composto da studenti) Qualcuno parla inglese ma la maggior parte parla una lingua slava. La serata e' tiepida e l'atmosfera e' rilassata. Sorseggio lentamente la birra sino ad arrivare alle 21:30. Poi mi avvio a prendere  uno degli ultimi bus per il campeggio.    

20 maggio Lubiana 

Alle nove del mattino sono gia' in centro, pronto a seguire l'itinerario turistico proposto da una guida che mi hanno fornito in campeggio. Dopo la prima tappa, la piazza Preseren, lascio perdere l'itinerario turistico e vado a zonzo. Il centro non e' molto grande e dovunque cade l'occhio c'e' qualcosa da vedere o uno scorcio da fotografare. Dopo la chiesa dei francescani, caratterizzata dalla facciata rosata e dalle linee eleganti, mi 

soffermo a guardare il triplice ponte, un'opera bizzara: si tratta di tre ponti affiancati, a pochi metri di distanza uno dall'altro, che partono dal medesimo luogo e giungono nella medesima piazza. Un'opera inutile, ma comunque piacevole  a vedersi. Superato il triplice ponte seguo le bancarelle di un mercato (anche qui' Il mercato inizia con  le bancarelle dei fioristi, poi passa gradatamente a quello degli ortaggi e della frutta per poi finire nel tessile. Finito il mercato giro lo sguardo e vedo la cupola ed i campanili del duomo. Si tratta di una costruzione abbastanza recente (non piu' di duecento anni credo) che ha preso il posto del vecchio duomo gotico, piu' volte distrutto e piu' volte ricostruito. Di gotico non e' rimasto piu' nulla: l'esterno e' liscio ed elegante, con due torri campanarie dal caratteristico tetto rigonfio ed una cupola abbastanza evidente. L'interno, cui si accede tramite due imponenti porte di bronzo, e' barocco, tutto stucchi, dorature ed affreschi. Notevole il pulpito e l'organo,

Lubiana, il ponte delle colonne

che non solo si apre sulla porta di ingresso (come  in quasi tutte le chiese) ma ha un paio di  
Lubiana, interno del castello
"dependance" sopra i due pulpiti. Esco dal duomo, guardo al di la della piazza del mercato e vedo i draghi che caratterizzano il ponte dei draghi. Si tratta di quattro figure di draghi in bronzo piazzate a guardia dell'ennesimo ponte sulla lublianica. Giro la testa, guardo in alto e vedo il castello, con la linea della funicolare che lo raggiunge. Il castello e' stato in parte ristrutturato ed in parte e' ancora in ristrutturazione. Dell'antica rocca restano solo le mura perimetrali poiche' l'interno sembra  trasformato in una piazza cittadina, con gli immancabili ombrelloni ed i tavolini per turisti. Guardo meglio e scorgo l'accesso ad una torre. Si tratta di una torre pentagonale completamente vuota. L'accesso porta all'interno della torre ma non sugli spalti per cui non e' possibile scorgere il panorama della citta'. Vedo degli altri spalti e riesco in qualche modo a trovare  il modo di salirvi per ammirare il panorama. Resto deluso: il 
 panorama che mi  viene offerto e' quello della citta'  nuova, con i suoi palazzi moderni e le sue ciminiere. Purtroppo la citta' vecchia  e' visibile solo da una torre quadrata, al momento in via di restauro e quindi inaccessibile. Visito anche una cappella, assolutamente spoglia ma con il soffitto e le parti alte delle pareti decorate con i variopinti stemmi delle provincie e dei casati locali. Lascio il castello e percorro la riva sud della lublianica, sino al ponte delle colonne un ponte pedonale sormontato da colonne). Attraverso quindi il ponte e mi accingo a percorrere la strada inversa quando vedo una pizzeria. Memore dei disagi di Zagabria (quando pasteggiai con un cappuccino ed una brioche) mi siedo e con poco piu' di sette euro prendo una discreta pizza ed una birra Dopo pranzo percorro lentamente la riva nord del fiume,
arrivo in piazza preseren e torno prendere l'autobus. Prima delle 15 sono gia' al campeggio.        

21 maggio Lubiana Cusano  493 km 

Lascio  il campeggio e mi dirigo verso ovest. L'idea e' quella di varcare la frontiera a Gorizia e, eventualmente visitare la citta'. In autostrada trovo una coda di parecchi km per cui arrivo a Gorizia verso le 11,30 passo la frontiera al valico di casetta rossa e mi dirigo in citta' con l'idea di trovare un parcheggio.  Durante il trasferimento vedo una citta' senz'anima. Probabilmente non sono passato dal centro ma tutto quello che vedo sono palazzi di tipo popolare e supermercati. Forse sono stanco o forse mi e' passata la voglia di visitare Gorizia  per cui non mi fermo ed imbocco l'autostrada per Milano. Con sorpresa vedo che il passante di Mestre, croce di ogni viaggio  ad est, e' stato bypassato da un raccordo a tre corsie per cui, quasi senza accorgermene, passo da Venezia est a Padova est. Meglio cosi'. Mi fermo a sbocconcellare qualcosa e proseguo il viaggio. Sono a casa a meta' pomeriggio. 

Conclusioni e considerazioni 

Si e' trattato di un viaggio di media  durata (18 giorni) non eccessivamente pesante. Le citta' piu' ostiche sono state Vienna e Budapest che, per le loro dimensioni, mi hanno costretto a saltare da un mezzo ad un altro o a fare parecchia strada a piedi. Le altre citta' erano tutte a misura d'uomo, con un centro abbastanza piccolo e tale da poter essere visitato ed apprezzato senza troppi problemi. La sorpresa migliore e' stata Lubiana, con il suo centro pedonale che si sviluppa lungo le rive del suo fiume mentre quella che mi ha un po' deluso e' stata Zagabria: una citta' grande, con larghi viali, ed edifici pretenziosi ma, a mio avviso, senza anima. Si e' trattato anche di un viaggio relativamente poco costoso. Ho speso in tutto poco piu' di 900 euro, di cui 400 per il trasporto (gasolio, pedaggi autostradali e mezzi urbani) e 260 per campeggi e parcheggi.   

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